Se aumentano i mutui è merito dello spread e della politica di pricing che vincola i finanziamenti al loan to value.
Se le richieste di mutui e surroghe sono in forte ascesa è merito dello spread in discesa. Una tendenza che molto probabilmente resterà valida per tutto il 2015. Un anno caratterizzato già dal boom delle surroghe, ma anche da altri fattori cruciali, quali ad esempio l’innesto di liquidità nel sistema bancario.
Gli istituti di credito stanno infatti differenziando gli spread sulla base della liquidità a disposizione del cliente. In pratica lo spread è tanto più basso quanto riesce ad essere contenuto il loan to value. Per le richieste di mutuo a tasso variabile al 50% lo spread si attesta intorno all’1,9%, mentre arriva al 2-2,4% per i mutui all’80%. Ma per il 2015 possiamo aspettarci un range di offerte compreso tra l’1,6% e il 2,1% a seconda del contante sul piatto.
La ripresa del mercato dei mutui e dell’economia è trainata dai mini-spread, differenziali prossimi allo zero che hanno spopolato nel biennio 2007-2008. Oggi la situazione e le garanzie sono molto migliorate per cui sembra semplice per una banca, tenere gli spread bassi ma non sotto l’1% del periodo pre-crisi che si è rivelato una bolla.
Scrive Mutuionline:
Le previsioni sugli spread bancari sono peraltro particolarmente favorevoli per tutto il 2015: i livelli di Euribor, Eurirs saranno estremamente contenuti. Questo significa più erogazioni di mutui da parte delle banche. Un fenomeno strettamente correlato anche alla politica economica della Bce che effettivamente sta dando impulso al settore creditizio.
Tutto bene dunque? Sì, ma con qualche distinguo. Bisogna infatti considerare che non tutti gli istituti applicano la politica del pricing differenziato. Quindi, prima di accendere un mutuo o modificare le condizioni del contratto pre esistente, bisogna verificare l’offerta: se la banca adotta la politica del prezzo flat, indipendentemente dal loan to value, lo spread applicato manterrà lo stesso valore.
