Cominciare un post con l’assunto tautologico “Il mondo sta cambiando” non è originale e forse neppure accattivante: si parla di una realtà che ormai è sotto gli occhi di tutti, può sapere di “già sentito”. Meglio, molto meglio dunque, definire “perché” secondo noi sta cambiando, “come” questa trasformazione sia in atto e quali che siano le sue conseguenze. Ad esempio, è innegabile il fatto che ad una chiesa si siano sostituite prima un numero “n” di chiese, rappresentate dai partiti, ed oggi un numero pressoché infinito di chiese, dal momento che ognuno si fregia di essere libero di pensare con la propria testa; l’appartenenza a questo o quel dogma è molto più relativa rispetto a quanto non fosse un tempo, eppure i dogmi continuano a parlare nella speranza di avere qualcosa da dire e con l’obiettivo di riuscire ancora a catturare qualche adepto.
Non può sottrarsi a questo modo di essere la prima (se non altro in termini temporali) chiesa, e con essa tutto l’universo che le ruota intorno. Intervenendo nel dibattito imposto dalla 46esima settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Reggio Calabria, le nostre Banche di Credito Cooperativo (BCC) hanno tenuto a precisare la propria posizione rispetto alla crisi economica mondiale ed alle prospettive per il rilancio.
“Le banche – è l’opinione di Marco Reggio, relatore per la posizione BCC – non devono inseguire un vantaggio individuale bensì porsi al servizio della comunità”. Questo perché “Se fino a qualche tempo fa la cooperazione era considerata una realtà marginale, quasi commiserata, oggi è diventata la strada che molte banche provano ad attuare perché credere nei valori e viverli è una strategia molto apprezzata dalla clientela, che riconosce una diversità e la premia”. Dunque banca di ispirazione etica uguale banca più virtuosa e, da qualche tempo, più apprezzata. Prossimo fronte? “Il microcredito – risponde Reggio – perché muove cifre individualmente poco rilevanti ma nel suo complesso decisamente consistenti”.
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