Standard and Poor's ha commentato questa nuova ondata di decisioni dicendo che sono attesi dal governo ulteriori progressi sulle riforme fiscali e strutturali, mentre dal punto di vista dell'outlook negativo il giudizio riflette le criticità e i rischi che restano in merito alla crescita economica e ai conti pubblici italiani.
Come anticipato in passato, arriva puntuale nel corso dei primi giorni del mese di giugno il nuovo giudizio espresso da Standard & Poor’s in merito al rating dell’Italia, che viene confermato sul livello precedente di BBB, nonostante gli apprezzamenti sull’operato del nuovo governo.
La famosa agenzia di rating americana, inoltre, non si è sbilanciata sulla previsione futura, lasciando l’outlook del nostro paese ad un giudizio negativo, con una possibilità su tre che questo possa essere rivisto in negativo tra il 2014 e il 2015. L’Italia quindi non esce particolarmente vittoriosa da questo momento di confronto ma come un paese che attraversa una fase di passaggio.
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L’agenzia americana, inoltre, ha confermato poi che il rating di breve termine per l’Italia è fissato in A-. Come magra consolazione gli italiani possono pensare che nel gruppo di paesi inseriti allo stesso livello di giudizio dell’Italia, solo l’Irlanda a questo giro di valutazione ha ricevuto una promozione, mentre tutti gli altri paesi sono rimasti inchiodati al giudizio emesso in precedenza.
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Standard and Poor’s ha quindi confermato questa nuova ondata di decisioni dicendo che sono attesi dal governo ulteriori progressi sulle riforme fiscali e strutturali, mentre dal punto di vista dell’outlook negativo il giudizio riflette le criticità e i rischi che restano in merito alla crescita economica e ai conti pubblici italiani.
Al centro della questione stanno quindi il problema del debito – oggi al 132,1 per cento – e le mancate riforme del lavoro degli ultimi anni, che bloccano una ripresa economica all’insegna della flessibilità.