Il boom delle surroghe, in un momento particolare per il mercato, fa riflettere. Quando convengono realmente?
Dal terzo trimestre dello scorso anno al terzo trimestre dell’anno in corso si è verificata un’impennata incredibile per ciò che concerne la surroga. Il periodo, anche se il mercato mostra solo dei timidi cenni di ripresa, è dei migliori. Dal 10% del terzo trimestre si è passati al 23% di quest’anno. Un ottimo trend, se si pensa che Irs e tasso Euribor sono ai minimi storici.
Sono dunque sempre di più coloro i quali rimpiazzano un finanziamento acceso precedentemente con uno più vantaggioso erogato da un altro istituto a spese zero.Sono sempre di più i mutuatari a sapere che in questa maniera è possibile risparmiare visibilmente sulla rata. La formula della surroga, che attira i clienti con proposte al ribasso, conviene a numerosi istituti.
Ci sono però dei casi in cui non conviene effettuare una surroga quando il mutuo è in atto. Quali sono?
A chi ha già un mutuo in atto la surroga conviene, a meno che non manchino pochi anni all’estinzione, se richieda un importo minore del 50% o 60% del valore dell’immobile. Le banche infatti tendono a misurare il livello di rischio, e a regolare lo spread di conseguenza, in base soprattutto al loan to value (la percentuale del valore del mutuo in relazione al valore dell’immobile). Più è basso il loan to value più basso è lo spread. Le banche negli ultimi mesi hanno cominciato a promuovere i propri mutui con finalità di surroga, in quanto questo tipo di finanziamento permette di acquisire clienti affidabili e a basso rischio, con una storia di corretto rimborso del precedente mutuo la cui rata peraltro era di importo superiore a quello proposto nella sostituzione.
In tal modo gli istituti di credito hanno la possibilità di impiegare il proprio budget destinato ai mutui anche in presenza di un mercato immobiliare stagnante.