Molto spesso, sulle pagine del nostro seguitissimo blog, parliamo delle offerte delle banche italiane in materia di “surroga” o “portabilità” del mutuo. Val la pena oggi cercare di fare una breve sintesi di cosa si intenda per surroga, ricordando, fin da questa apertura, come si tratti di una possibilità concessa al titolare di un mutuo ipotecario, che può trasferire – senza alcun costo – il proprio finanziamento da una banca all’altra.
In altri termini, il debitore che sia in regola con il pagamento delle rate di un mutuo in ammortamento, può spostare lo stesso impegno debitorio dalla banca che ha erogato il finanziamento originario, a una nuova banca, cogliendo l’occasione per rivedere alcune condizioni economiche e contrattuali quali – ad esempio – la forma del tasso di interesse applicato al capitale oggetto di mutuo, o la scadenza dell’operazione.
Considerate ad esempio la possibilità di trasferire il mutuo da una banca all’altra modificando la forma tecnica del tasso, con passaggio dal tasso di interesse fisso al tasso di interesse variabile. O ancora la possibilità di trasferire da una banca all’altra il mutuo, allungando la scadenza residua e, in tal modo, contribuendo ad abbassare l’importo delle rate, rendendo più agevole il pagamento delle stesse.
Come intuibile, numerosi sono i potenziali vantaggi ottenibili mediante l’operazione di surroga del mutuo. Vantaggi che sono confrontabili con ben poche pecche, visto e considerato che questo servizio, per legge, deve essere erogato dalle banche senza l’applicazione di alcun onere a carico del mutuatario, che sarà sollevato anche dalle eventuali spese notarili da sostenere per trasferire il beneficio dell’ipoteca dalla vecchia alla nuova banca.
L’operazione di surroga consente inoltre di mantenere invariati i benefici fiscali originariamente acquisiti (ad esempio, in merito al conseguimento della possibilità di portare in detrazione le quote interessi pagate nel corso di un anno solare).
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