Al fine di sostenere a 360 gradi il business delle imprese, ed in particolar modo di quelle medie e piccole, la Banca Popolare Commercio e Industria, Istituto di credito del gruppo UBI Banca, e la Assolombarda, hanno unito le forze lanciando ”Futuro e Impresa”, un accordo che permetterà alle PMI un più rapido e semplice accesso al credito, supporto all’attività imprenditoriale e strumenti evoluti finalizzati a rafforzare le performance presenti e future. Con ”Futuro e Impresa” è infatti possibile sottoscrivere mutui chirografari o ipotecari con la finalità di sviluppo commerciale, rafforzamento patrimoniale e competitivo, ma anche investimenti e costruzione di immobili in vista di “Expo 2015“. ”Futuro e Impresa”, inoltre, permette l’adeguamento a “Basilea 2” oltre all’accesso a strumenti per finanziare il capitale circolante e per gestire la liquidità. Nell’ambito dell’accordo c’è spazio anche per quelle imprese che vogliono investire nell’ampliamento o nella realizzazione di impianti di energia.
accesso al credito
Finanziamenti imprese con l’accordo ABI-SACE
Grazie a due apposite convenzioni, nell’ambito di un accordo tra la SACE e l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, l’accesso al credito da parte delle imprese italiane sarà più facile. L’accordo ABI-SACE, stipulato in presenza di Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia, prevede infatti nell’ambito dell’accordo la partecipazione degli istituti di credito o di gruppi bancari, che potranno erogare finanziamenti garantiti alle piccole e medie imprese accedendo ai fondi della Cassa Depositi e Prestiti; inoltre, le convenzioni stipulate prevedono che le banche, avvalendosi delle garanzie offerte da SACE, possano erogare delle anticipazioni bancarie a fronte di crediti verso la pubblica amministrazione vantati dalle piccole e medie imprese. Le PMI, quindi, potranno avere una maggiore elasticità di cassa sia attraverso lo strumento del finanziamento, sia attraverso quello dell’anticipazione di crediti verso la PA vantati ma non ancora riscossi.
Accesso al credito: oltre un’impresa su tre ha bisogno di un prestito
E’ il prestito una delle priorità per oltre un’impresa su tre. E’ questo il dato che è emerso da un’indagine della Camera di Commercio di Milano effettuata, seguendo il “metodo CATI“, su un campione di circa 800 aziende di Milano nello scorso mese di aprile. E visto che ancora, purtroppo, la circolazione del denaro non è fluida a causa della stretta creditizia, ci sono ben tre imprese su cento che sono a rischio di usura, con punte elevate di rischio tra le donne e gli imprenditori over 45. Ma il ricorso all’usura, secondo quanto messo in risalto dall’Ente camerale, non è un fenomeno che gli imprenditori adottano per vocazione, magari perché “hanno fatto sempre così”, ma proprio per cause contingenti e necessarie direttamente collegate sia alle difficoltà nell’accedere al credito, sia al fatto che molto spesso le imprese vantano crediti che non riescono a riscuotere nei tempi dovuti.
Finanziamento bancario a lungo termine per il sostegno del piano d’impresa
Al fine di sostenere i piani di sviluppo delle imprese a medio ed a lungo termine, il gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena offre alle PMI la possibilità di stipulare “MPS Patto”, un contratto di credito che permette di accedere, per una durata di cinque anni, a linee di credito, anche in più tranche, in corrispondenza del raggiungimento o del conseguimento di specifici target aziendali. “MPS Patto” permette di finanziare il piano d’impresa con linee di credito fino a complessivi 300 mila euro, rendendo così efficace e sostenibile la realizzazione del proprio business plan. “MPS Patto” diventa così uno strumento ideale per l’impresa che, grazie alle linee di credito, vuole conseguire un maggior equilibrio finanziario a seguito di investimenti che sono già stati effettuati, oppure può coprire un piano di investimenti sia immateriali, sia materiali, avente come scopo quello di incrementare all’interno dell’azienda il proprio livello di innovazione tecnologica e, quindi, di competitività.
Prestito fiduciario “ad Honorem” presso l’Università di Bologna
Anche l’ateneo di Bologna, in linea con quanto fanno altre università, offre ai propri studenti la possibilità di accedere al credito senza la necessità di offrire delle garanzie reali. Nel dettaglio, grazie ad un accordo stipulato tra la Fondazione Alma Mater, l’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, UniCredit Consumer Financing e UniCredit Banca, gli studenti possono accedere, avendone i requisiti, ad un prestito fiduciario denominato “UniCredit ad Honorem“. In particolare, la richiesta di prestito può essere inoltrata direttamente on line attraverso il sito Internet dell’Università di Bologna; fino ad esaurimento del plafond, Unicredit potrà erogare fino a 300 prestiti fiduciari ad altrettanti studenti e con domande che possono essere presentate entro e non oltre la mezzanotte del 31 ottobre 2009.
Prestiti alle imprese più “sicuri” con il completamento di Basilea2
Con Basilea2 la gestione del rischio di credito e del rischio di mercato ha assunto a favore sia delle stesse banche, sia a tutela della salvaguardia del patrimonio in gestione da parte degli istituti di credito, una minore discrezionalità ed una maggiore “sicurezza” nell’erogare i prestiti a soggetti, in particolare alle imprese, aventi le giuste caratteristiche, credenziali e indici di affidabilità per poterli ripagare. E non a caso, secondo Giuseppe Zadra, Direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), non solo la crisi in atto impone più che mai una gestione oculata ed attenta del credito, ma Basilea2, pur essendo migliorabile, è l’unico strumento che garantisce sia la misurazione, sia la gestione dei rischi. Secondo il Direttore generale dell’ABI, il sistema bancario italiano ha mostrato grande solidità rispetto agli istituti di credito europei proprio in virtù del fatto che sul finanziamento alle imprese è stata posta molta attenzione rispetto a quanto avvenuto nel resto del mondo. Basti pensare che nel 2008 rispetto alle banche europee quelle italiane hanno saputo utilizzare decisamente meglio la raccolta sia attraverso gli impieghi, sia mediante le attività finanziarie con una quota del 18% rispetto al 47% registrato nell’area euro.