Nuove multe dell’autority per anatocismo

Le banche continuano ad applicare l’anatocismo, e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha di nuovo multato Unicredit, BNL e Intesa-San Paolo con una multa di 11 milioni di

La Corte di Cassazione contro l’anatocismo

 Una recente sentenza emanata dalla Corte di Cassazione si è espressa sulla legalità e opportunità dell’ anatocismo bancario, ritenendolo un uso non accettato e considerato come lecito dai clienti, ma una pratica vessatoria di capitalizzazione degli interessi, a cui si deve porre fine o rimedio.

Quando si possono calcolare interessi anatocistici legali

 Come abbiamo visto anche in un post pubblicato in precedenza, a partire dal 1 gennaio 2015 il calcolo di interessi di tipo anatocistico su prodotti bancari e finanziari è diventato illegale nella maggior parte delle situazioni in cui viene a trovarsi il cliente nei confronti di una banca o di un istituto di credito. Ancora oggi, però, e nonostante il cambio della normativa, vi sono delle piccole eccezioni alla regola, che potrebbero far risultare gli interessi anatocistici come richiesti legalmente. 

Gli interessi anatocistici sono calcolati anche sui fidi bancari

 Ogni tanto nel mondo bancario si torna a parlare di anatocismo: ma che cosa significa in realtà questo termine? Detto in parole semplici, si tratta del pagamento di somme non dovute, perché a partire dal 1 gennaio del 2015 la richiesta di interessi anatocistici è diventata illegale. E cosa significa tutto questo per i consumatori che si servono giorno dopo giorno dei servizi delle banche?

Che cos’è l’anatocismo bancario

 In questi ultimi tempi in Italia si è tornati a parlare di anatocismo, termine piuttosto inusuale di origine greca appartenente al lessico bancario e finanziario che si utilizza per indicare la possibilità per gli istituti bancari di applicare interessi agli interessi già maturati. 

Arrivano gli emendamenti contro l’anatocismo bancario

 Entra nel vivo nel mondo della politica italiana la discussione sul tema dell’anatocismo bancario, ovvero la possibilità di applicare interessi sugli interessi, in una sorta di capitalizzazione senza fine, nei rapporti bancari di qualsiasi tipo. All’interno del cosiddetto Decreto legge Competitività, infatti, è stata inserita una norma che prevederebbe la sua introduzione a livello nazionale, ovvero la reintroduzione di un istituto precedentemente abolito. 

Banche: Adusbef torna alla carica sull’anatocismo

 In forza ad una recente sentenza della Cassazione, l’Adusbef è nuovamente tornata alla carica in merito al cosiddetto anatocismo, ovverosia alla prassi adottata in passato dalle banche di capitalizzare gli interessi trimestralmente andando in sostanza a generare interessi su interessi. Ebbene, secondo l’Associazione i correntisti possono rivalersi ottenendo indietro il maltolto presentando ricorso sia presso i Giudici di Pace, sia nei Tribunali a patto chiaramente di aver conservato negli anni gli estratti conto bancari. A tal fine l’Adusbef ha messo a punto un vero e proprio vademecum per permettere di recuperare i soldi a ben 3,5 milioni di cittadini vittime dell’anatocismo. Nel dettaglio, possono presentare ricorso tutti quei correntisti che, avendo avuto in conto corrente una scopertura, si sono visti applicati gli interessi dagli Istituti di credito su base trimestrale.

Inchiesta Trani: American Express, interessi usurai e rischio riciclaggio

 Ed è solo l’inizio… L’inchiesta di Trani, che ci auguriamo possa essere condotta in porto con risolutezza così da portare frutti decisivi per lo stravolgimento di un mercato che ci è parso troppo spesso operare ai limiti dell’oscurità, ha visto come primo esito il blocco delle nuove emissioni per American Express e Diners, ma il futuro potrebbe non essere roseo neppure per molti altri operatori del settore delle carte di credito con rimborso rateale, le cosiddette revolving. La promessa, che al momento è solo una premessa, è che a pagare siano tutti (gli istituti coinvolti), dal momento che sembra siano “almeno una dozzina” (secondo quanto hanno riferito fonti inquirenti) le finanziarie e le corporations al momento sotto inchiesta.

Prestito vitalizio: un fardello per gli eredi?

 Il prestito ipotecario vitalizio è un finanziamento noto anche come “reverse mortgage” o “equity release” non era praticabile in Italia fino alcuni anni fa. Si tratta di un prestito a lungo termine assistito da ipoteca di primo grado sulla casa di proprietà. La Legge 248 del 2 dicembre 2005 ha introdotto questo tipo di finanziamento ai soggetti con oltre 65 anni di età. Rivolgendosi alle banche che lo praticano, é possibile ottenere da 32.000 a 350.000 euro. Da cosa dipende l’importo del prestito? Dall’età del richiedente e dal valore dell’abitazione data in garanzia: tanto maggiore è il valore dell’abitazione e tanto più alta è l’età (poichè si presume la persona muoia non troppo tardi e quindi si otterà il rimborso del prestito…), tanto più elevato sarà l’importo che otterrete con il prestito ipotecario vitalizio.

Si tratta di un prestito che non sarà mai rimborsato da chi lo ha stipulato: il finanziamento è ideato infatti in modo che non sia mai effettuato alcun pagamento: non sono previsti rimborsi di alcun tipo, nemmeno per gli interessi, durante la vita dell’intestatario. In caso di coniugi o conviventi il finanziamento deve essere cointestato e sara’ rimborsato solo dopo la scomparsa del più longevo dei due coinstestatari. Il debito complessivo verrà rimborsato in un’unica soluzione dagli eredi.