Di solito, nel momento in cui si accende un finanziamento per l’acquisto della prima casa, il debito viene rimborsato secondo un piano di ammortamento detto “alla francese”. Si attiva in altri termini un piano di rientro con rate tutte uguali tuttavia composte da una quota interessi e da una quota capitale.
crisi economica
Che cos’è la tassa occupazione del suolo pubblico
L’occupazione si suolo pubblico può essere richiesta con il è pagamento di un’imposta che permette il rilascio di un’autorizzazione da parte del comune di appartenenza, per occupare spazi pubblici.
Crisi, famiglie italiane risparmiano (molto) meno
La crisi italiana non sembra imminente, ma quantomeno non possiamo nasconderci che sia latente. Il nostro Paese, al contrario di altri, ha un debito pubblico molto elevato ed uno privato (scaturisce dalla somma dei debiti di tutte le famiglie) decisamente basso; questo ci mette al riparo da possibili speculazioni dei mercati e da rischi come quelli che ha corso (finendo sconfitta) la Grecia o che sta correndo l’Irlanda, ma non ci autorizza a dormire sonni tranquilli perché per arrivare alla riduzione del debito pubblico (e al “pareggio di bilancio” che l’Europa ci chiede per il 2014) potremmo dover passare attraverso una contrazione del welfare che si tradurrà in maggiori spese a carico della famiglie, e quindi in erosione della loro capacità di risparmio.
Italia: debito privato sempre sotto controllo, ma risparmio in calo
Forse non lo sappiamo nemmeno, eppure noi italiani non ringrazieremo mai abbastanza la nostra abitudine – quasi una fissazione – al risparmio. È stata infatti questa peculiarità a salvare la nostra economia, tutta, dal tracollo che ha coinvolto intere nazioni (pensiamo alla Grecia, all’Irlanda, alle difficoltà del Portogallo e persino ai guai di Regno Unito e Stati Uniti). Decenni di frugalità, nell’Autunno del 2008 sono tornati utili tutt’a un tratto quando hanno costituito una sorta di airbag in grado di evitare al nostro Paese – già (e ancora) oberato dal debito pubblico – guai peggiori. Un dato, una riflessione: nel 2007 il debito delle famiglie britanniche era al 176% del reddito annuale, in Italia solo il 70%.
Ritardo pagamenti Pubblica Amministrazione: nasce lo sbloccacrediti
Nel nostro Paese sono purtroppo tantissime le piccole e medie imprese con scarsa liquidità in cassa anche a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione; molto spesso questa situazione, che fa cadere le PMI in una vera e propria asfissia finanziaria, è amplificata dall’obbligo, da parte dei Comuni, di rispettare il Patto di Stabilità. Di conseguenza servono misure di aiuto alle piccole e medie imprese affinché questi crediti non riscossi possano essere “sbloccati”. Ebbene, in Lombardia, per venire incontro alle PMI che soffrono del ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, c’è lo “sbloccacrediti“, un Fondo rotativo, con una dotazione finanziaria pari a dieci milioni di euro, messo a punto dalla Camera di commercio di Monza e Brianza a favore di migliaia di micro e piccole imprese operanti sul territorio regionale. Questo, in particolare, potrà avvenire grazie ad uno specifico accordo/convenzione con UniCredit, con Unioncamere Lombardia, e con l’ANCI Lombardia.
FMI: Economia in ripresa, Belgio e Italia non preoccupano
Dopo aver dato notizia, preoccupati, delle difficoltà irlandesi, annotando che probabilmente avrebbero fatto seguito cattive notizie anche da Portogallo e Spagna, ecco che finalmente giunge una nuova pronta a rasserenare i mercati e -speriamo- rimettere il turbo a listini mai così depressi come in queste ultime settimane. Il Fondo Monetario Internazionale, vigile controllore di tutto quanto sta accadendo alle economie mondiali (ancor più vigile in questi ultimi due anni, contrassegnati da una dolorosa crisi economica), ha infatti emesso delle stime di crescita lusinghiere per l’Europa, e smorzato i toni di chi vedeva Belgio e Italia pronti ad accodarsi alla Grecia e a chi la sta seguendo sulla strada del commissariamento economico per extra-deficit.
Stimoli FED, Europa e Cina all’attacco: “Rischiamo nuove bolle”
Dovunque vada, il banchiere centrale più importante del mondo (chissà ancora per quanto, ora che la Cina preme con sempre maggior vigore) è costretto a fare un’unica cosa: difendersi. Questo da quando, era giovedì della scorsa settimana, la “sua” Fed ha lanciato l’ennesimo piano di salvataggio in grande stile dell’economia americana, mettendo sul piatto 600 miliardi di dollari per l’acquisto di Bond del Tesoro statunitense. Il nuovo programma di politica monetaria a stelle e strisce, infatti, irrita sia l’Europa che le economie emergenti: il ministro delle finanze tedesco ha lanciato l’allarme annotando che “gli Stati Uniti con questo progetto mettono in difficoltà il resto del mondo, ma senza ancora riuscire a risolvere i loro problemi”;
Obama rilancia: “Crisi non alle spalle, ma la direzione è giusta”
Duole ammetterlo, ancora di più dal momento che la proposta (anche grazie al tam tam mediatico che ne era seguito) aveva stregato pure noi. Eppure, Barack Obama si sta rivelando un Presidente degli Stati Uniti ben al di sotto delle aspettative, problema di non poco impatto in un momento che per la sua difficoltà avrebbe richiesto decisioni anche impopolari. Il nostro, grande oratore, ci riprova ora, con l’audience ad augurarsi che non sia un nuovo fuoco di paglia. Si parla di economia, di crisi e di strategie d’uscita, un terreno sul quale gli americani non stanno dimostrando di essere granché bravi in questi ultimi anni…
Prestiti alle imprese: in Italia vanno a quelle di grandi dimensioni
Nonostante siano meno affidabili, un’ampia fetta dei prestiti erogati dal sistema bancario vanno in Italia alle grandi imprese, ovverosia ai grandi gruppi industriali. E’ questo il dato emerso da uno studio a cura della CGIA di Mestre che al riguardo rivela come ben il 78% dei prestiti vada nel nostro Paese ai grandi gruppi industriali nonostante questi siano dei pagatori meno affidabili. Ma come mai le banche erogano più credito a quelle realtà imprenditoriali che hanno un potenziale tasso di insolvenza superiore alla media? Ebbene, la risposta ce la fornisce Giuseppe Bortolussi della CGIA di Mestre che in merito ha sottolineato come nel nostro Paese gli istituti di credito risultino essere condizionati proprio dalle grandi realtà imprenditoriali in virtù del fatto che nei Consigli di Amministrazione di queste società ci sono troppi imprenditori e manager delle banche.
Mutui e prestiti: la qualità del credito a Milano
Per le imprese di Milano esposte sul mercato del credito, il 2009 è stato un anno difficile. A constatarlo è stata la Camera di Commercio di Milano che, pur tuttavia, ha rilevato come il momento peggiore, che è stato quello di fine 2009, sia stato superato dopo che la crisi ha avuto un impatto negativo con una diminuzione dei depositi accompagnata da ritardi nei pagamenti e conseguente aumento dei debiti. E così, visto quanto accaduto, la Camera di Commercio ha reso noto che, in collaborazione con il centro di ricerca Carefin dell’Università Bocconi, è ora possibile misurare la qualità del credito a Milano grazie alla messa a punto di uno specifico indicatore che, nel dettaglio, tiene conto di complessive cinque variabili: il costo del credito, l’ammontare dei depositi, il credito disponibile, l’ammontare delle sofferenze e l’ammontare dei prestiti.
Prestiti e finanziamenti, le famiglie italiane hanno scelto: -11,3% nel 2009
C’è una notizia buona e una cattiva: quale volete sapere per prima? Facciamo che ve le diciamo entrambe, se non altro perché sono due versanti di una stessa montagna per fortuna erosa dagli sferzanti venti della crisi economica e dell’oculatezza del risparmiatore italiano: la notizia buona è che le famiglie italiane sembrano aver capito la lezione, e lo hanno dimostrato smettendo di richiedere prestiti personali per acquistare automobili e motociclette ma anche vacanze da sogno o elettrodomestici; la notizia cattiva è che l’unico comparto del credito che continua a tirare è quello dei prestiti ai pensionati, una categoria che in controtendenza continua ad indebitarsi con un ritmo di crescita per certi versi spaventoso.
Carte di credito: USA lanciano regole anti-indebitamento selvaggio
La crisi economica è arrivata dall’America, perciò non dobbiamo stupirci se, sempre dall’America, stanno arrivando anche i primi antidoti, chiamati – oltreché a debellare il virus – a fare in modo che una situazione simile non si possa più verificare in futuro. Abbiamo più volte esplicitato come l’empasse si sia generato per via di una forbice sempre più ampia tra economia reale e virtuale, con quest’ultima a cannibalizzare l’altra: si sono spesi sempre più soldi di cui non si era a disposizione, si è fatto debito che poi non sempre si riusciva a pagare, la bolla è esplosa ed ha lasciato sul terreno migliaia di situazioni di difficoltà. Tra i colpevoli, il principale imputato negli USA è stato sicuramente la carta di credito.
Finanziamenti PMI: aumentano i costi
Come procede nel nostro Paese dopo mesi lunga crisi l’erogazione del credito a favore delle piccole e medie imprese? Ebbene, stando alle ultimissime rilevazioni della Confcommercio, la situazione non sembra migliorare; anzi, secondo l’Associazione delle imprese del commercio la strada per l’accesso al credito è ancora in salita per le PMI con un peggioramento dei costi di finanziamento rilevati nel corso del quarto trimestre dello scorso anno. Nel dettaglio, l’indicatore congiunturale della Confcommercio che misura il costo relativo ai finanziamenti che le banche erogano a favore delle piccole e medie imprese è nettamente peggiorato nel quarto trimestre 2009 rispetto al trimestre precedente passando da +15,8 a -11,6; ed a fronte di un 3,9% di imprese che nel quarto trimestre 2009 ha affermato che la situazione per l’accesso al credito è migliorata, il 15,5%, invece, afferma che la situazione è peggiorata.
BCE: aiuti alle banche, a marzo la decisione
La crisi economica non è ancora alle spalle, come dimostrano i nuovi “casi” europei di Grecia e – seppur in misura minore – Spagna Portogallo. Eppure gli indicatori macroeconomici dicono che il peggio è alle spalle, tanto che la Banca Centrale Europea ha avvertito le banche dell’intenzione di intraprendere una exit strategy rispetto alle misure di sostegno messe in opera nel corso dei mesi passati. In realtà la BCE si è avvalsa del “burocratese” per esprimere questo concetto attraverso la dichiarazione del suo opposto: “continueremo a sostenere le banche – si legge nella nota – ma tenendo comunque conto del miglioramento della situazione in atto nei mercati finanziari ed evitando distorsioni connesse al mantenimento di misure non convenzionali per un periodo di tempo eccessivo”.