Quella attuale è una fase di grandi turbolenze sui mercati finanziari internazionali, sia per l’azionario, sia per l’obbligazionario. C’è la crisi imperante dei debiti sovrani, con gli spread dei titoli di Stato di Irlanda, Grecia e Portogallo su livelli stratosferici. Anche l’Italia in questi ultimi giorni ha dovuto piegarsi ad un ampliamento di questi spread rispetto al Bund, il titolo di Stato più solido dell’Eurozona, quello tedesco; questo anche a seguito delle incertezze legate alla manovra finanziaria triennale da oltre 40 miliardi di euro che sta mettendo a punto l’attuale Governo in carica. Il tutto comunque, in Italia, a fronte di un sistema bancario che nel complesso si mantiene solido sebbene in queste ultime settimane stiamo assistendo ad una raffica di aumenti di capitale. Ma perché le banche in Italia, rispetto ad altri Paesi europei, sono solide?
Unione Europea
Banche commerciali meno esposte alle crisi finanziarie
Per le banche commerciali le crisi finanziarie sono meno probabili. Ad affermarlo è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in accordo con l’edizione speciale dei “Temi di Economia e Finanza” da cui è infatti emerso come quegli Istituti di credito che hanno una prevalente operatività nel supporto diretto all’economia, sono meno esposti agli “shock” proprio per effetto della maggiore redditività dalla raccolta del risparmio unitamente ad un contestuale, un maggiore ed un più articolato sistema di regole di vigilanza. Dallo studio, andando a considerare la crisi finanziaria registratasi nel 2008, si evince come in quei Paesi dove c’è una maggiore redditività conseguibile dalle attività di intermediazione creditizia, gli Istituti sono rimasti maggiormente concentrati sul modello di banca commerciale piuttosto che in quelle attività più rischiose e non tradizionali qual sono ad esempio quelle legate al trading.
Conti correnti: Codacons chiede intervento Antitrust
E’ tornata in auge, nel nostro Paese, la questione inerente i costi elevati dei conti correnti. La Commissione Europea, in merito alle disparità di costo tra un Paese Ue e l’altro, sembra fermamente intenzionata ad aprire un’inchiesta e andare fino in fondo, mentre l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, con un comunicato ufficiale ha bollato come errati i dati Ue che non tengono conto del fatto che in Italia molti conti correnti sono a pacchetto e costano meno della metà, in media, rispetto ai costi indicati dal Commissario Ue al Mercato Interno. Chi ha allora ragione? Ebbene, sul tema anche il Codacons è tornato alla carica nell’invitare l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (Antitrust) ad avviare un’indagine analoga a quella avviata dall’Ue. Secondo il Codacons gli utenti bancari nel nostro Paese, contrariamente a quanto afferma l’ABI, sono sia vessati, sia spremuti come limoni, ragion per cui l’Associazione, una volta rilevate le scorrettezze, chiede altresì multe a carico delle banche italiane.
Conti correnti: ABI smentisce dati Ue
Secondo quanto dichiarato da Michel Barnier, il Commissario Ue al mercato interno, in Italia il costo medio dei conti correnti si aggirerebbe sul livello dei 246 euro, ma l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, con un comunicato ufficiale ha reso noto nella giornata di ieri, giovedì 16 dicembre 2010, come i dati della Commissione europea siano errati. Secondo l’ABI, infatti, il costo medio annuo di un conto corrente in Italia è pari a 116 euro, ovverosia meno della metà di quanto riporta e sostiene per il nostro Paese l’Unione Europea. Chi ha quindi ragione? Ebbene, al riguardo proprio l’Associazione Bancaria Italia ha fornito i numeri legati al costo reale di un conto corrente nel nostro Paese, sottolineando innanzitutto come si debba tener conto, cosa che non è stata fatta, di come si faccia banca in maniera diversa al giorno d’oggi in Europa da un Paese all’altro; inoltre, il costo medio di 116 euro, rilevato dall’ABI in funzione dei vari profili di utilizzo, è praticamente identico al costo medio di 114 euro rilevato per il nostro Paese dalla Banca d’Italia.
Conti correnti: nuova inchiesta Ue
L’Unione Europea è tornata a trattare il tema spinoso dei costi relativi ai conti correnti, rilevando ancora la presenza di disparità di costi che in molti, a partire in Italia dalle Associazioni dei Consumatori, ritengono ingiustificati. Non a caso al riguardo Casper, il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio istituito dalle Associazioni dei Consumatori Movimento Difesa del Cittadino, Adoc, Unione Nazionale Consumatori ed il Codacons, hanno accolto con favore l’inchiesta che la Commissione Europea ha avviato in merito alle cause che comportano disparità di costi per i conti correnti da un Paese europeo all’altro. Casper, in merito proprio ai conti correnti in Italia, è tornata a ribadire e denunciare, a carico dei correntisti, la presenza di spese che assomigliano in tutto e per tutto a dei veri e propri balzelli. Basti pensare alla commissione di massimo scoperto che è stata abolita, ma una volta uscita dalla porta è poi entrata dalla finestra con nomi nuovi e con l’applicazione di penalità ancor più onerose.
Finanziamenti per l’apicoltura nella Regione Toscana
Nell’ambito del programma apistico nazionale, a valere sull’annata dal 2010 al 2011, la Regione Toscana ha conquistato ben l’8% del totale di plafond di finanziamenti. A darne notizia è stata l’Amministrazione regionale nel precisare come le risorse acquisite, rispetto all’anno precedente, siano aumentate di ben 107 mila euro passando da 393 mila a 500 mila euro. Il risultato raggiunto, dopo un incontro con le Regioni presso il Ministero dell’Agricoltura e Foreste, tiene conto sia del programma che è stato presentato, sia della consistenza sul territorio degli alveari presenti. Il programma apistico nazionale, e la relativa ripartizione dei fondi, in accordo con quanto ha precisato con una nota la Regione Toscana, ai sensi del regolamento 1234/2007 risulta essere cofinanziato dalla Comunità Europea; i 500 mila euro a disposizione serviranno così per gli apicoltori, ed in particolare per mettere a punto programmi sia di formazione professionale, sia di assistenza tecnica unitamente ad importanti azioni di comunicazione.
Prestiti Grecia: salvataggio costa caro alle famiglie italiane
La crisi della Grecia agli italiani costerà ben 5,5 miliardi di euro, corrispondenti ad un gravame pari a 250 euro per ogni famiglia residente nel nostro Paese. A fornire questa stima è l’Associazione Federconsumatori, la quale, citando il fatto che i conti della Repubblica ellenica sono stati “camuffati” ad arte, ha presentato insieme all’Associazione Adusbef una denuncia che è stata presentata a dieci procure della Repubblica a carico della Goldman Sachs, la banca d’affari statunitense ritenuta responsabile della falsificazione dei conti del Paese ellenico. A conti fatti, quindi, lo Stato italiano andrà a sborsare una somma ingente a favore della Grecia quando invece nel nostro Paese ci sono centinaia di migliaia di famiglie bisognose e colpite pesantemente dalla crisi. Per questo, secondo Adusbef e Federconsumatori, la Goldman Sachs dovrebbe risarcire, in ragione di 250 euro pro-capite, le famiglie italiane dopo aver speculato e creato profitti a danno degli Stati attraverso operazioni, spesso di ingegneria finanziaria, sui derivati e sulle materie prime.
Incentivi per l’auto, stop dall’Europa. E Fiorello viene chiamato in causa
Stop dall’Europa, niente incentivi per l’auto. Aiuti ad altri settori: tessile ed elettrodomestici. Bloccata la bozza del governo sui mini incentivi su Euro4 e Gpl. Il governatore della Sicilia stanzia 350milioni di euro, ma la Fiat chiuderà Termini Imerese. Previsto un calo di vendite di almeno 150mila vetture. In Borsa il titolo della casa torinese cede il 2,53%. Di auto e incentivi si parlava in tutta Europa. Anche Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico, si trovava in Spagna, a San Sebastian, per discutere del futuro del settore automobilistico al vertice informale dei ministri europei dell’Industria. Poi da Bruxelles è arrivata la svolta: l’industria delle auto ha già ricevuto incentivi sufficienti, meglio spostarli su altri settori: dal tessile al legno agli elettrodomestici. Protesta l’associazione dei concessionari auto: «Gli incentivi non servono solo al Lingotto, ma a tutto il settore, che impiega in Italia circa 400.000 addetti». La casa torinese prevede di vendere 150mila auto in meno rispetto all’anno scorso.
Finanziamenti Unione Europea per l’ambiente e l’innovazione
La crisi finanziaria ed economica comporterà in futuro un cambio di paradigma per la finanza, l’economia, lo sviluppo ed il mercato del lavoro; un’economia più forte su scala internazionale potrà esserci solo se ci sarà maggiore competizione, più etica, ma anche più “verde” e comportamenti eco-compatibili. In tale direzione puntano i 3,2 miliardi di euro che saranno investiti in sede UE, con il contributo delle imprese, nell’ambito dei cosiddetti “progetti Ppp“, ovverosia i progetti di partenariato pubblico-privato. Trattasi chiaramente di una montagna di finanziamenti che, dal 2010 al 2013, contribuiranno a dare un nuovo volto all’economia: dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica alla messa in atto di nuove soluzioni e forme di trasporto su strada fino ad arrivare, in linea con quanto già si sta facendo in Paesi come l’Italia, all’abbattimento dei consumi energetici degli edifici grazie alla costruzione di immobili con tecnologie innovative ed orientate alla bioedilizia ed alla bioarchitettura.
Finanziamenti a fondo perduto: Ue ed enti statali
Le idee sono tante ma i soldi sono pochi. Così molti giovani con tanti buoni propositi finiscono per fare i dipendenti dell’impresa che però avrebbero sognato di realizzare. Ci sono però casi in cui lo Stato o altri enti pubblici possono sovvenzionare i giovani con idee imprenditoriali originali e concrete. Stiamo parlando dei finanziamenti a fondo perduto. Sono dei prestiti che sono diretti a particolari tipi di persone (giovani, donne, disoccupati…) che hanno intenzione di avviare un’impresa. Tali fondi una volta acquisiti non vengono restituiti alla regione che li ha erogati ecco perchè sono denominati a fondo perduto.
Diverse sono le tipologie dei bandi con i quali è possibile ottenere i finanziamenti agevolati. Bandi che agiscono per settore, bandi per area geografica, imprenditoria femminile, bandi che agiscono per tipologie d’intervento (aperti a tutti ma che sono finalizzati all’ottenimento di specifici obiettivi, per esempio l’assunzione di personale disabile).
Imprese, una boccata d’ossigeno: dal governo in arrivo 70 miliardi
Il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia annuncia la misura governativa al termine dell’incontro a Palazzo Chigi: “Nei prossimi giorni verra’ fatto uno stanziamento di 1,3 miliardi per il fondo di garanzia alle Pmi‘. E commenta: “Su alcuni punti abbiamo visto soldi veri”.
E’ seguito l’incontro al Quirinale sulla crisi economica. Napolitano: “Intesa con il governo sulla necessità di un intervento dall’Unione Europea”. Sul fondo di garanzia per le piccole e medie imprese “ci è stato detto che già nei prossimi giorni verrà fatto uno stanziamento di 1,3 miliardi di euro con ponderazioni possibili per avere la possibilità di garantire crediti per 60-70 miliardi”. Ad annunciarlo è stato il leader di Confindustria, Emma Marcegalia, a termine dell’incontro a Palazzo Chigi.
Finanziamenti agevolati per i giovani imprenditori
Si può aver necessità di risorse economiche per svariati motivi: acquisto casa, mobili, auto, start up di un’attività d’impresa. Occorre quindi cercare il finanziamento più adeguato: la ricerca di finanziamenti ha richiesto sempre da parte di aziende e privati un grande dispendio di tempo ed energie. Ma al giorno d’oggi si può effettuare la ricerca anche comodamente seduti a casa con l’aiuto di internet.
La legge 95/95 per l’imprenditoria giovanile prevede finanziamenti per i giovani ragazzi che hanno un’idea imprenditoriale, ma non possono attuarla per mancanza di fondi. Le idee possono infatti esserci ma se mancano le risorse finanziarie questi progetti non possono essere concretizzati. Con la legge 95/95 per l’imprenditoria giovanile, le istituzioni promuovono le idee di giovani ragazzi che decidono di avviare un’attività in proprio. La legge riconosce un’agevolazione fino al 90% del totale degli investimenti, percentuale che cambia in base al territorio.