Il 7 luglio prossimo verranno inviati negoziatori a New York per portare aventi le trattative di mediazione e far evitare all'Argentina un nuovo default, che scatterebbe se gli impegni non venissero onorati. Sale il debito del paese.
E’ scaduta esattamente il 30 giugno scorso la prima rata che l’Argentina avrebbe dovuto pagare ai creditori internazionali che nel 2001 aiutarono lo stato a ripianare il suo debito dopo il default. In parte obbligazionisti ma soprattutto hedge fund americani che hanno il diritto di riavere 832 milioni di dollari, poiché non hanno aderito nel corso delle ristrutturazioni successive del debito al concambio del 2005 e del 2010.
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Ora tutti coloro che si trovano in questa situazione hanno diritto a ricevere quanto dovuto, avendo acquistato a suo tempo gli ormai famosi Tango bond argentini, e forti anche di una sentenza pronunciata dalla Corte Suprema Americana aspettano l’erogazione del pagamento, che ammonterebbe a circa 1,5 miliardi di dollari.
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L’intenzione dell’Argentina era però quella di pagare prima solo gli azionisti che avevano aderito allo swap e non gli hedge fund che non avevano aderito. Così il 7 luglio prossimo verranno inviati negoziatori a New York per portare aventi le trattative di mediazione e far evitare all’Argentina un nuovo default, che scatterebbe se gli impegni non venissero onorati.
L’Argentina ha però fatto sapere in una nota di voler onorare il suo debito secondo condizioni eque e legali, anche se la sentenza americana potrebbe influire sul debito del paese per altri 15 miliardi di dollari. L’Argentina ha infatti riserve estere per un totale di 29 miliardi ma solo una parte di questi, cioè circa 16 miliardi sarebbero a portata di mano, in quanto non investiti in crediti di altri paesi o presso il FMI.