Il mercato obbligazionario ha di recente vissuto una fase di grande volatilità, che ha fatto tornare a galla vecchi fantasmi. Molti esperti avevano paventato addirittura un crollo come avvenne nel 1994, quando i tassi obbligazionari si impennarono mettendo in ginocchio i portafogli dei grandi investitori internazionali. La volatilità sui tassi dei bond è dovuta principalmente all’incertezza sulle mosse di politica monetaria delle principali banche centrali, soprattutto quella americana (la FED, ndr). Il pericolo di un deciso rialzo dei tassi a lungo termine resta comunque concreto.
Tuttavia, gli esperti del mercato a reddito fisso ritengono che un crollo dei bond come nel 1994 sia un’ipotesi che difficilmente si conretizzzerà. La FED ha intenzione di ritirare gradualmente il piano di stimoli monetari, che si protrae ormai da inizio 2009 al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese, ma non dovrebbe alzare i tassi di interesse nei prossimi mesi. La BCE, invece, va nella direzione opposta: la recessione prolungata e la crisi del debito costringe l’Eurotower a mantenere una politica monetaria accomodante.
Draghi non alzerà i tassi dallo 0,5% attuale, anzi probabilmente li abbasserà ancora entro fine anno. Secondo Luigi Padula, consulente finanziario di Lp Advisory, “l’exit strategy delle banche centrali dalle politiche straordinarie è un processo inevitabile che precede l’inizio di un ciclo di rialzo dei tassi e di un bear market per le obbligazioni”. L’esperto si aspetta che il processo sarà molto graduale, in modo tale da non compromettere la fiducia sui mercati. Padula suggerisce di alleggerire l’esposizione sulle obbligazioni, in vista di un futuro aumento dei tassi.
Tuttavia, secondo l’esperto i rischi di default sono remoti, per cui gli investimenti sui titoli di stato possono essere tenuti fino a scadenza. L’eventuale aumento dei tassi potrebbe mettere sotto pressione i corporate bond, ovvero le obbligazioni emesse dalle società. Padula ricorda che i corporate bond della categoria investment grade sono più sensibili al rialzo dei tassi e lo stesso vale per gli high-yield bond, che sono più rischiosi. Per chi non è ancora entrato sulle obbligazioni, il consiglio di esporsi sulla parte breve della curva dei rendimenti e di allungare la scadenza media solo in caso di forti correzioni dei prezzi.