Per il mutuo è meglio il tasso fisso oppure il tasso variabile? Ebbene, se all’inizio dello scoppio della crisi, a seguito del persistente calo dei tassi di interesse, il mutuo a tasso variabile sembrava essere, e poi così è stato, la soluzione di finanziamento ipotecario più conveniente, adesso le cose sono leggermente cambiate. Se prima infatti saliva l’Irs e scendeva l’euribor, da qualche mese la tendenza è diametralmente opposta; l’Irs, infatti, attualmente è tale che è possibile stipulare un mutuo per la casa anche ad un tasso complessivo inferiore al 4%, ovverosia su livelli da minimo storico considerando tale tipologia di prodotto. Con un mutuo a tasso fisso ci si mette al riparo, per l’intera durata del mutuo, da qualsiasi oscillazione sfavorevole dei tassi sul mercato; la rata, così come la durata, sono infatti fisse, chiare, certe e note nel momento in cui si appone la firma sul contratto di mutuo che chiaramente il contraente deve sempre e comunque leggere con la massima attenzione.
Il mutuo a tasso variabile, invece, continua ad essere più conveniente rispetto a quello a tasso fisso, in quanto sulle rate attualmente vengono “caricati” interessi più bassi tenendo conto del fatto che l’euribor a tre mesi oscilla poco sopra il livello dell’1%. Ma a fronte di un minor costo del finanziamento non c’è certezza sulla rata e sulla durata. Se i tassi salgono, infatti, con un mutuo variabile aumenta sia la durata del finanziamento, sia l’importo della rata mensile.
E allora, cosa fare? Ebbene, per chi non vuole correre rischi di nessun tipo, può puntare su un mutuo a tasso fisso scegliendo una durata tale che l’importo della rata mensile possa essere sostenibile del tempo. Se poi proprio si vuole risparmiare, allora si può scegliere il mutuo a tasso variabile fermo restando che bisogna a priori farsi quattro conti e mettere in preventivo il fatto che in futuro la rata possa crescere anche di un 20-30%.