Lo Stato governato da Arnold Schwarzenegger, quella California terra di sole-mare-celebrità che da decenni entra nei sogni turistici di italiani ed europei, si segnala ora per un triste primato: capitale mondiale del mutuo, terra infertile nella quale le case – lussuose e splendide a vedersi – valgono molto meno dei mutui contratti dagli acquirenti per acquistarle. Il record negativo spetta alla cittadina di Mountain House dove ogni nucleo familiare ha in media un debito che supera di 125 mila dollari il valore effettivo dell’abitazione. Non solo problemi d’oltreoceano, ma anche difficoltà di casa nostra: archiviata con un sorriso amaro l’intervento di Tanzi che, in merito al crack Parmalat, giura di non aver ideato la grande truffa ma di essere stato vittima – egli stesso – di manovre architettate dalle banche, tocca soffermarci sulla Grande Crisi attuale. La difficoltà oggettiva in cui versano le casse delle imprese e delle famiglie ha spinto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a dichiarare che questa settimana sarà decisiva per l’assunzione di provvedimenti in favore e a sostegno di banche, attività economiche e famiglie. Occorre solo capire che tipo di incidenza ci sarà sulle casse dello Stato e nei confronti del debito pubblico.
Intanto, l’Adusbef – Associazione difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi – fa rintoccare un campanello d’allarme rispetto alla situazione delle tredicesime che, se da un lato raggiungeranno un valore complessivo superiore a quello dello scorso anno (35 miliardi di euro che corrispondono ad un +0.9% rispetto al 2007), dall’altro lasceranno comunque a bocca asciutta i lavoratori, costretti a spolpare la tredicesima mensilità per far fronte alla girandola di aumenti e rincari che, da inizio anno, stanno prosciugando i risparmi accumulati precedentemente. Di che aumenti parliamo? Gas, gasolio e benzina, luce, bolli auto, tariffa di igiene ambientale, assicurazioni, mutui sulla casa. I conti sono presto fatti: centesimo di qua, euro di là la tredicesima del 2008 si sgonfia per una media pro capite del 75%. Quel che ne resta, un misero 25%, verrà speso con tutta probabilità in regali natalizi. Fortunato chi riuscirà nell’impresa di arrivare al 1 gennaio con qualche spicciolo da infilare nel salvadanaio.