I mercati sono positivi sui futuri sviluppi della vicenda e l'ottimismo ha già premiato i bond argentini. Si pensa infatti che alla fine gli hedge fund e il governo argentino potranno trovare un accordo sui pagamenti al fine di evitare la circostanza di una nuova bancarotta.
La complessa vicenda che oppone gli hedge fund americani allo stato argentino, inerente i cosiddetti tango bond, i titoli governativi emessi per la ristrutturazione del debito sovrano dopo il default del 2002, è entrate in questi giorni nella sua settimana conclusiva, quella in cui si dovrà decidere se l’Argentina è in grado di pagare le somme che vengono richieste dai creditori oppure dichiarare un secondo default nel giro di 15 anni.
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E’ attesa infatti proprio per la giornata di oggi a New York una nuova sentenza da parte della Corte Suprema americana, al cospetto del giudice Thomas Griesa, che tratta la questione, prima delle fatidica data del 30 luglio 2014, termine ultimo fissato per il pagamento dei creditori che hanno aderito all’epoca al concambio sul debito.
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I mercati sono tuttavia positivi sui futuri sviluppi della vicenda e tale ottimismo ha già premiato i bond argentini. Si pensa infatti che alla fine gli hedge fund e il governo argentino potranno trovare un accordo sui pagamenti al fine di evitare la circostanza di una nuova bancarotta, evento sicuramente negativo per l’economia di Buenos Aires che attraversa al momento un periodo di recessione.
Nel frattempo, tuttavia, in questi giorni è continuata una battaglia di tipo mediatico, combattuta soprattutto attraverso la stampa, in cui ancora non si parla però di trattative ufficiali, ma semplicemente della ricerca di un supporto internazionale da parte dell’Argentina. Gli analisti, tuttavia, ritengono che anche gli hedge fund non mirino ad un vero default ma solo ad agitare un possibile spettro per velocizzare il pagamento.