Il buon esempio, come è giusto che sia in un momento di difficoltà economica, comincia a darlo il Quirinale: tagliate le spese, e cinghia tirata, per 10 milioni di euro. A tanto sarebbe ammontato l’adeguamento al tasso di inflazione nel biennio 2010/2011, a cui la presidenza della Repubblica ha spontaneamente rinunciato. Periodo di crisi, si diceva: di stamattina la notizia dell’individuazione e del fermo, a Fagnano Olona, di una banda specializzata nella fornitura di documenti falsi per accedere al credito di banche e finanziarie per un giro da capogiro, oltre 5 milioni di euro. Caso emblematico che riporta, ovviamente, alla difficoltà di arrivare a fine mese da parte degli italiani: per chi ha un mutuo da pagare, poi, la sopravvivenza è quasi insostenibile.
Rimbomba, come un macigno, l’ultimo dato annunciato da Istat che conferma una verità deprimente ma consolidata: Pil calato dello 0.5% nell’ultimo trimestre, Italia in recessione. Forte la paura delle banche, timorose di far la fine della Lehmann Brothers: per questo, i maggiori istituti di credito iniziano ad assumere iniziative prudenziali: ne è un esempio l’azione di securitization portata avanti da UniCredit, che ha definito una cartolarizzazione di mutui residenziali per un ammontare di oltre 23 miliardi di euro.
Lo scopo della manovra, voluta dal gruppo capitanato da Alessandro Profumo con bond emesso dal veicolo Cordusio RMBS a cui è pervenuto il rating A1 di Moody’s, consentirà ad UniCredit di disporre di 20 miliardi di euro di liquidità entro i primi mesi del 2009. Ciò non significa, spiegano gli alti vertici del gruppo, che il colosso abbia problemi di liquidità ma semplicemente che i liquidi di residential mortgage-backed securities con rating “A1” sono una valida risorsa e consente ad UniCredit di vagliare in futuro, con la massima tranquillità, ogni tipo si strategia.