C’era una volta (e purtroppo c’è ancora, seppur sotto forme differenti) l’ignoranza, c’era una volta (anche questa, purtroppo, persiste) la superstizione. Poi c’era la Chiesa, con la sua presenza invadente, e saldare i suoi riti ad altri più antichi parve a molti una soluzione buona per entrambi: più fedeli da un lato, persistenza dell’antico culto dall’altro. Ogni categoria, poi, ha individuato il proprio Santo patrono e magari pure un giorno per celebrarlo. Gli agricoltori, ad esempio, si fermano il giorno di Sant’Antonio Abate: tutti in chiesa, con i trattori (ah, l’evoluzione della specie), a pregare il Signore che il raccolto della stagione a venire sia abbondante, che non avvengano imprevisti. Nel qual caso, c’è Agrinova di Unipol.
Agrinova è una polizza assicurativa, frutto – e non avrebbe potuto essere altrimenti – “della positiva collaborazione fra Unipol, la propria rete agenziale e la Confederazione Italiana Agricoltori”, come si legge nel sito. In sostanza, Agrinova fa quello che “le preci e gli Osanna” non sempre riescono a garantire, ovverosia tutela “l’azienda agricola nella sua globalità: fabbricati, macchinari, attrezzature, serre, merci, prodotti, scorte, serre, bestiame oltre alla casa dell’agricoltore, con tutto quello che contiene”. In caso di incendio, ma anche quando dovesse verificarsi un furto od una rapina all’interno dei confini dell’azienda agricola, è Unipol con Agrinova che provvede al rimborso.
Vi è poi una parte dedicata alle aziende agrituristiche, un modo di fare agricoltura, ristorazione e persino turismo in via di rapida diffusione e per le richieste del pubblico, e per la grande disponibilità di ex tenute agricole qua e là nel territorio italiano. Ebbene, con Agrinova gli ospiti sono tutelati “contro gli infortuni che possono subire, durante il soggiorno, nello svolgimento delle attività previste dall’azienda agrituristica”. E’ inoltre prevista la possibilità di “estendere la portata della polizza agli infortuni che gli ospiti dell’azienda possono subire mentre cavalcano o conducono i cavalli di proprietà dell’azienda stessa”
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