Le carte di credito sono uno strumento di pagamento utile e molto comodo, visto che permettono di fare acquisti, anche per importi rilevanti, senza bisogno di portarsi dappresso il contante, ma occorre fare sempre in modo di non abusare di tale comodità, specie se la carta di credito è in modalità revolving, oppure se si suppone, per quella a saldo, di non avere il mese successivo i fondi per coprire sul conto corrente le spese effettuate. In America milioni di consumatori, in scia ad un consumismo sfrenato, ma anche grazie all’operato di banche e società finanziarie che hanno concesso credito al consumo per ammontari superiori alle reali disponibilità delle famiglie a stelle e strisce, si sono trovati da un giorno all’altro insolventi a causa della dirompente crisi economica e finanziaria che ha portato, oltre all’insolvenza sulle carte di credito, anche a quella sul mutuo casa con il conseguente pignoramento dell’immobile.
Di conseguenza, al fine di tutelare i consumatori, il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha lanciato una vera e propria crociata contro le società che emettono carte di credito a condizioni poco trasparenti, e con tassi così elevati e non allineati al mercato al punto tale da mettere sotto pressione i bilanci e lo stile di vita delle famiglie.
Per questo, Barack Obama sta premendo sul Congresso per far approvare la riforma del credito al consumo già entro la fine di questo mese; l’obiettivo è quello di bloccare le pratiche scorrette delle società emittenti le carte di credito che alzano a dismisura i tassi di interesse ingannando i cittadini. Ma Barack Obama, pur tuttavia, ha fatto presente ai consumatori del Paese che le carte di credito non sono soldi facili, ma un prestito da restituire e che quindi le spese devono essere sempre commisurate alle proprie disponibilità.
Di conseguenza, le banche e le società finanziarie hanno tutto il diritto di chiedere la restituzione delle somme utilizzate con la carta di credito, ma con la nuova Legge non potranno più farlo pressando il cliente con rialzi ingiustificati dei tassi di interesse, spese occulte, commissioni troppo alte e clausole capestro.