“Non potevamo fare di più”. Questa è, in sintesi, la posizione non ufficiale dell’Ilva di Taranto in merito alle polemiche che si sono scatenate in queste ore a causa della foto di un fiume rosso pubblicata dalla pagina facebook “Solo a Taranto”. Quella pioggia rossa, secondo i gestori della pagina, si troverebbe proprio nei pressi della discussa acciaieria. Ci sono però dubbi inerenti all’attualità: un’immagine simile, infatti, circolava già nel 2013.
Attuale o no, la suggestione del “fiume rosso” ha scatenato il web, tanto che un’altra pagina facebook, la seguitissima “Briganti”, ha ritenuto di dover accusare i “minerali dell’Ilva che contaminano l’acqua”. Il comitato “Genitori tarantini”, invece, ha scritto una lettera al premier Gentiloni e ai ministri Calenda (Sviluppo Economico) e Galletti (Ambiente) lamentando il fatto che Taranto abbia sempre problemi di natura ambientale sia in caso di vento sia in caso di pioggia.
Fonti vicine all’Ilva, dal canto loro, hanno voluto mettere in chiaro che l‘area in cui si è verificato il fenomeno è completamente impermeabilizzata e circoscritta da appositi cordoli che hanno la funzione di prevenire potenziali sversamenti di materiale residuo che può depositarsi durante le operazioni di carico-scarico”, ribadendo che “A causa dei fenomeni atmosferici particolarmente intensi che hanno insistito su Taranto negli ultimi giorni, l’acqua si è accumulata in quantità straordinaria. Ed è solo per questo che non è stata aspirata e rimossa tutta l’acqua in esubero. Già nel fine settimana, l’azienda si è attivata tempestivamente richiedendo l’intervento di una ditta autorizzata per aspirare l’acqua in eccesso. Nella sola giornata di oggi ne sono state rimosse circa 100 tonnellate. L’attività di rimozione e monitoraggio sta continuando e proseguirà anche nelle prossime ore.
Cento tonnellate, evidentemente ancora troppo poco per scongiurare i “fiumi di acqua rossa” che hanno provocato la reazione indignata del web, avviando la macchina della viralità sui social network.
Web ancora contro l’Ilva: colpa del “fiume rosso”
di 16 Novembre 2017Commenta